Il gatto di Ratzinger

Il gatto di Ratzinger

Dalla verace semplicità della Puglia alla raffinatezza che solo la Toscana più nobile è in grado di offrirti. Il gaucho ha trascorso due settimane in una splendida tenuta vicino a Cecina, ospite di una coppia dallo charme davvero irresistibile.

Qua vanno rubbando

Qua vanno rubbando

Sole, mare e mozzarelle di bufala. E non ti dico del fritto di pesce e degli spaghetti alla chitarra. Per due settimane il gaucho ha abbandonato la pianura padana e si è trasferito sul Gargano, in Puglia, ospite di due anziane e gentilissime signore.

Il Principe Bira

Il Principe Bira

Non me ne vogliano i tifosi di Schumacher, ma è Juan Manuel Fangio il più grande pilota di tutti i tempi. Seppe vincere il Campionato Mondiale di Formula 1 con tre diverse vetture italiane: Alfa Romeo, Maserati e Ferrari. Ovvio che argentini e italiani fossero uniti dallo stesso amore folle per il campione di Balcarce.

Niente spaghetti per Guillermo

Niente spaghetti per Guillermo

È il 1977 e il mancino di Buenos Aires, che con la sinistra scrive anche splendide poesie, è in stato di grazia. Il dio del tennis è sceso dall’Olimpo e gioca invisibile al suo fianco. Con la sua fedele Head Vilas striata d’oro, Guillermo inanella un successo via l’altro: sei tornei di fila, tra cui l’Open degli Stati Uniti.

Il conservatorio di Tucumán

Il conservatorio di Tucumán

Trascinando la sua valigia malandata, appesantita di sogni e di speranze, nel 1905 Luigi Lorenzi si imbarca per l’Argentina. È nato a Trescore Balneario, nel bergamasco, un piccolo centro conosciuto per le sue acque termali ma non per le opportunità che riserva ai suoi abitanti dalla vocazione artistica.

L’Osvaldo furioso

L’Osvaldo furioso

È l’attaccante che tutti vorrebbero militasse nella propria squadra del cuore. Forte fisicamente e dotato di una tecnica sopraffina, usa indifferentemente il destro e il sinistro. Abile nel colpo di testa e nel tiro da lontano, ha anche un ottimo dribbling e l’intuizione dell’ultimo passaggio. Se poi aggiungiamo che è autore di rovesciate spettacolari capaci di entusiasmare gli esteti del calcio, cosa vuoi di più?

¡Ay herida!

¡Ay herida!

¡Ay herida! ¡Ay aguja de hiel, camelia hundida!
Vi giuro, non trovo parole migliori per definire le sofferenze del mio cuore dilaniato quando si sfidano Italia e Argentina.